Onorevoli Deputati! - Una proposta di legge quadro d'iniziativa popolare per dare risposte concrete alle domande delle giovani generazioni.
      Vogliamo costruire una proposta di legge organica che riguardi l'accesso al futuro e l'agevolazione dei percorsi di transizione verso l'età adulta delle giovani generazioni.
      Siamo consapevoli della necessità di affrontare la questione generazionale in maniera concreta e non più retorica, dal momento che per rilanciare il sistema economico, sociale e culturale del nostro Paese è prioritario mettere all'apice dell'agenda politica l'investimento sulle giovani generazioni.
      Crediamo, infatti, che le ragazze e i ragazzi, figli dei grandi processi di cambiamento che hanno riguardato la nostra società negli ultimi decenni, non trovino risposte in un Paese che per la sua immobilità sociale, le sue chiusure corporative e l'inadeguatezza della classe politica rischia di compromettere loro il futuro.
      Bisogna, sia nel contesto nazionale che internazionale, aprire un processo di cittadinanza europea che metta in campo proposte confacenti ai bisogni e alle idee delle ragazze e dei ragazzi di oggi, che permetta loro di accedere alla vita adulta attraverso un diverso sistema formativo, capace di formarli nell'arco dell'intera vita; produrre tutele innovative nel mercato del lavoro capaci di conciliare voglia di crescita professionale e ricerca di stabilità; immaginare una concezione della rappresentanza delle giovani generazioni che deve tradursi nella consapevolezza che idee giovani capaci di guardare trasversalmente all'intera società devono essere rappresentate negli organi istituzionali da giovani, rendendo meno vistoso il gap generazionale che questo Paese vive. Per questo abbiamo individuato quattro aree di interesse prioritario e per questo abbiamo deciso di avviare anche l'iter di iniziativa popolare,

 

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uno strumento che ci consente di portare questi temi nel Paese, dalle realtà metropolitane ai piccoli centri, laddove la politica non arriva o è percepita come qualcosa di ancora troppo lontano dalla vita quotidiana delle ragazze e dei ragazzi.

Rappresentanza e cittadinanza delle giovani generazioni.

      L'Italia è l'unico Paese in Europa a non essersi ancora dotato di una struttura di rappresentanza delle giovani generazioni. Si tratta di un fatto grave, che denota l'incapacità di mettere al centro dell'agenda politica la questione generazionale, una questione oramai generale dal momento che il declino del Paese si riversa in primo luogo sulle ragazze e sui ragazzi, che vivono con ansia il futuro, costretti a dilazionare i tempi di vita e a ritardare sempre più l'ingresso nella vita adulta.
      Se a questo aggiungiamo le leggi proibizioniste proposte in questi anni da una classe politica totalmente estranea a quello che succede realmente nella società - come è stato dimostrato dalle ipotesi di chiusura anticipata delle discoteche - ci rendiamo palesemente conto della necessità di dare spazio a un approccio generazionale capace di riavvicinare i giovani alla politica attraverso una nuova rappresentanza negli organismi istituzionali.
      Per questo, la proposta di legge si apre, analogamente a quanto previsto in altri Paesi dell'Unione europea, con l'istituzione del Ministro e del Dipartimento per le politiche giovanili e all'articolo 3 con l'istituzione del Consiglio nazionale dei giovani, un organismo con funzione consultiva e propositiva in tutte le questioni che riguardano anche le giovani generazioni. In particolare il Consiglio nazionale dei giovani propone iniziative per ridurre la disoccupazione giovanile, incentivare l'imprenditoria giovanile, costruire politiche per la casa, la partecipazione femminile, la salute, l'uguaglianza, l'integrazione sociale e l'educazione civile. Va sottolineata in questo senso la positiva autoorganizzazione delle associazioni e dei movimenti giovanili che ha portato alla realizzazione del Forum nazionale dei giovani riconosciuto anche attraverso uno specifico emendamento nella legge finanziaria per il 2005, legge n. 311 del 2004.
      Inoltre, per allargare il livello di partecipazione riteniamo opportuno affer- mare attraverso una specifica proposta di legge costituzionale che possono essere eletti alla Camera dei deputati cittadini che hanno compiuto il diciottesimo anno di età e al Senato della Repubblica chi ha compiuto il venticinquesimo anno di età e che alle elezioni amministrative possono votare tutti i giovani che hanno superato il sedicesimo anno di età.
      Infatti, con le modificazioni del titolo V della parte seconda della Costituzione, sono gli enti locali i soggetti preposti a individuare risposte specifiche alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi a livello locale, come avviene in molti Paesi europei.
      Crediamo che il tema della cittadinanza dei giovani si intersechi con quello della conciliazione dei tempi di vita per le giovani madri e i giovani padri: riteniamo opportuno che si estendano anche ai lavoratori autonomi e parasubordinati i diritti in materia di astensione obbligatoria in caso di maternità, nonché i congedi parentali per entrambi i genitori.

Accesso alla casa.

      Il processo di autonomia delle giovani generazioni passa inevitabilmente dall'uscita dal nucleo familiare, fatto che in Italia si procrastina sempre di più nel tempo.
      «In Italia, fino al ventiquattresimo anno di età, la creazione di una nuova famiglia è diventato fenomeno oramai raro. Nel 1983 un giovane ogni 5 tra i 21 e i 24 anni aveva già contratto un matrimonio. Negli ultimi anni, tra i giovani tra i 30 e i 34 anni si concentra la gran parte dei matrimoni. C'è comunque da sottolineare che i 2/5 dei giovani tra i 30 e i 34

 

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anni non ha ancora contratto il matrimonio» (Fonte IARD, 2000).
      Le cause sono molteplici e ovviamente non esaustive, ma certamente è limitante e offensivo ricondurre questo problema alla natura dei giovani italiani.
      Crediamo che questo tema si intersechi con le inefficienze del diritto allo studio e con le difficoltà di entrata in modo continuativo nel mercato del lavoro.
      Un terzo dei giovani tra i 30 e i 34 anni di età vive ancora con i genitori. Inoltre «la consistenza degli studenti conviventi in famiglia è correlata con la classe sociale e, soprattutto, con il livello di istruzione familiare» (Fonte IARD, 2000).
      Continua, quindi, ad essere la famiglia d'origine, in particolare il suo contesto sociale e il livello di istruzione familiare, la parte determinante della vita di una ragazza o di un ragazzo.
      L'uscita da casa e la costruzione di una vita autonoma rappresentano un ostacolo spesso insormontabile: è necessario avviare una politica per l'accesso alla casa, sia in affitto che per compravendita.
      In particolare è necessario che il sistema bancario si accordi per la concessione di prestiti e di mutui anche ai giovani con contratti non tradizionali e di parasubordinazione. Evidentemente sia per la locazione per gli studenti fuori sede che per l'acquisto di immobili è necessario ripensare a una politica abitativa pubblica, di concerto con gli enti locali, in materia di agevolazioni sui mutui per la prima casa e di sconti sugli oneri comunali diretti, applicando sgravi e agevolazioni per chi costruisce o restaura edifici per cui è previsto l'accesso privilegiato alle giovani coppie.

Fare impresa.

      Un giovane che oggi decida di fare impresa incontra numerosi ostacoli, legati al capitale iniziale da investire, alla ricerca di un settore strategico in cui, in un ambito concorrenziale, possa trovare una nicchia di mercato in cui inserirsi, e alla sopravvivenza oltre il secondo anno di età dell'impresa.
      Crediamo che oggi il fare impresa sia legato a due questioni inevitabili: in primo luogo, è necessario costruire un diverso rapporto tra orientamento e distretti industriali; inoltre, bisogna formare giovani imprenditori in grado di competere nello scenario globale. Per questo crediamo che sia necessario un intervento di politiche pubbliche per trasformare un'idea imprenditoriale in azienda; rifinanziare il prestito d'onore, prevedere riduzioni alle imposte dirette per più anni.
      Crediamo anche che, con la strategia della delocalizzazione produttiva alla ricerca del costo minore, emerga la debolezza di un sistema economico fondato su un capitalismo debole e sul primato della piccola dimensione imprenditoriale: un mix che può provocare la caduta dell'Italia verso la fascia della subfornitura internazionale, fuori dal cuore delle nazioni che decidono le sorti economiche.
      Per questo è necessario investire in maniera non demagogica sui settori strategici del made in Italy, anche attraverso un finanziamento delle imprese dei giovani che operano in quei settori innovando i processi produttivi e tutelando l'impatto ambientale.

Saperi e innovazione tecnologica.

      È un dato che dove l'industria italiana riesce a tenere è nei settori a basso contenuto tecnologico, dove il costo del lavoro è minimo e dove la competizione del prezzo, favorita dalle politiche di svalutazione competitiva, consente di mantenere quote stabili di mercato internazionale. Certamente, un Paese competitivo ha bisogno di «energie formate e all'altezza di affrontare il mercato». Siamo consapevoli che il controllo delle traiettorie tecnologiche (informatica, biotecnologie, farmaceutica, aerospaziale, robotica, logistica di rete) è l'elemento essenziale per la competizione su scala mondiale.
      Abbiamo bisogno di creazione continua di innovazione tecnologica nonché di elevata

 

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disponibilità di risorse finanziarie e immateriali per l'attività in ricerca e in sviluppo.
      Per questo crediamo che vadano innalzati i saperi di tutte le ragazze e i ragazzi italiani, attraverso un nuovo rapporto con i distretti industriali, la riqualificazione del sistema formativo e la fornitura di strumenti per l'apprendimento delle tecnologie e delle lingue straniere.
      Proponiamo l'istituzione di una «dotazione di capitale», ovvero un prestito erogato per i giovani le cui famiglie non sono abbienti, che permetta di investire su un'idea, garantisca informazione e formazione, attraverso l'acquisto di personal computer, abbonamenti INTERNET, corsi di lingue, master post lauream.
      
Inoltre, vogliamo investire sulla diffusione di soluzioni «open source» nella pubblica amministrazione; processo che, per ora, si è sviluppato principalmente «dal basso», come evidenziato dal Rapporto annuale del CENSIS. Crediamo che un salto di qualità che vada nell'ottica di garantire efficienza e trasparenza sia per la pubblica amministrazione che per le piccole e medie imprese possa partire proprio da un investimento di carattere nazionale che riconosca nel software libero e open source un elemento strategico di innovazione.
      È necessario un indirizzo governativo che, rispettando la concorrenzialità in materia di istruzione e l'autonomia dei singoli istituti, incentivi le scuole, anche in un rapporto con il tessuto socio-economico circostante, a promuovere una corretta alfabetizzazione informatica.
      Siamo perfettamente consapevoli che una corretta alfabetizzazione informatica debba creare cittadini, lavoratori, amministrazioni e aziende preparati: non di facili soluzioni ideologiche si tratta bensì di un rinnovato rapporto tra politica ed economia che al centro metta l'efficienza e la capacità di vivere le complessità di un mondo sempre più interdipendente.
      In coerenza con la suddetta impostazione strategica, la presente proposta di legge affronta organicamente un insieme di ambiti fondamentali per la partecipazione attiva e consapevole delle giovani generazioni tanto alle sedi istituzionali appositamente previste, quanto alle principali fasi e attività della vita quotidiana.
      A tale fine, il capo I, volto a disciplinare le forme di partecipazione e rappresentanza delle istanze proprie delle giovani generazioni, prevede in primo luogo - in coerenza con un modello già operante in molti Paesi dell'Unione europea - l'istituzione del Ministro per le politiche giovanili, quale responsabile politico dell'istituendo «Dipartimento per le politiche giovanili», presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale sede istituzionale preposta all'elaborazione e al coordinamento delle politiche di governo che possano incidere direttamente e indirettamente sulla condizione dei giovani. Quale naturale interlocutore della struttura di governo, così istituita, si prevede la contestuale istituzione del Consiglio nazionale dei giovani, organismo di rappresentanza del variegato fenomeno associativo giovanile, con funzioni di stimolo e di collaborazione nell'elaborazione di studi e di politiche di preminente interesse per i giovani, nonché di soggetto abilitato a rappresentare l'Italia nelle apposite sedi internazionali.
      Il capo II è finalizzato all'individuazione di misure di agevolazione fiscale e finanziaria volte a rendere reale la possibilità di accesso all'abitazione per le giovani coppie.
      I costi della locazione e, a maggior ragione, dell'acquisto di un alloggio decoroso, rappresentano il principale ostacolo alla realizzazione di un progetto di vita autonoma da parte dei giovani italiani: a tale fine gli articoli 6 e 7 prevedono, rispettivamente, agevolazioni di carattere fiscale per le locazioni e agevolazioni di carattere finanziario per la contrazione di mutui finalizzati all'acquisto di abitazioni da parte di giovani in possesso dei requisiti soggettivi e reddituali, indicati dall'articolo 5.
      Al fine di favorire una condizione di reale ampliamento delle opportunità per i giovani appartenenti alle classi sociali meno favorite, il capo III prevede l'istituzione
 

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della dotazione finanziaria di capitale per l'uguaglianza delle opportunità e il credito formativo. Tale misura consta di un contributo, da restituire senza interessi entro quindici anni dall'erogazione, da utilizzare da parte di giovani di età compresa tra i diciotto e i venticinque anni, per iniziative di formazione post-secondaria, o per l'avviamento di attività imprenditoriali, o ancora per l'acquisto di supporti informatici finalizzati all'avvio di attività imprenditoriali, professionali o di studio. L'importante accantonamento finanziario a tale fine previsto è ripartito tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in ragione dei giovani che hanno compiuto i diciotto anni di età nel corso dell'anno. Da parte loro, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sono chiamate a disciplinare le forme per l'istituzione di appositi fondi, cui possono contribuire enti territoriali e privati, le modalità di ripartizione delle risorse in favore delle diverse finalità previste dalla legge nazionale, nonché le modalità di compilazione delle graduatorie provinciali e regionali dei richiedenti.
      Altro elemento, che attualmente rappresenta un anacronistico baluardo all'accesso al mondo del lavoro e, in particolare al mondo delle professioni, è rappresentato dalla attuale disciplina delle professioni intellettuali, tema a cui è dedicato il capo IV, prevedendo una specifica delega legislativa al Governo volta alla modifica e al coordinamento della legislazione concernente le professioni intellettuali e le rispettive forme organizzative.
      Il capo V affronta e offre soluzioni innovative in materia di tutela dei nuovi lavori, per passare da un sistema che, in ragione di un nuovo modello di organizzazione del mercato del lavoro, ha prodotto una contestuale compressione dei diritti dei lavoratori interessati, a un sistema che offra le garanzie fondamentali, anche per detti lavoratori, in materia di sostegno al congedo parentale nel lavoro autonomo e nelle libere professioni, così come l'incremento dell'assegno di maternità per i lavoratori atipici e discontinui, o, ancora, incentivi alla flessibilità degli orari finalizzata alla conciliazione tra vita professionale e vita familiare.
      Con il capo VI si propongono misure finalizzate a un'intervento specifico per favorire uno sforzo collettivo, tanto del sistema delle imprese, quanto dello Stato, per recuperare il gap che attualmente caratterizza negativamente il nostro Paese nel settore della ricerca. Si introducono, pertanto, misure per ridurre gli oneri contributivi, previdenziali e assistenziali, per le piccole imprese che assumono giovani impiegati in attività connesse alla ricerca innovativa e all'applicazione delle tecnologie della comunicazione e misure volte a consentire un programma di assunzioni di 5.000 giovani ricercatori e docenti universitari da parte delle nostre facoltà.
      Un ambito di particolare importanza per la sensibilità e gli interessi delle giovani generazioni è rivestito, senz'altro, dal tema della cultura cui è dedicato il capo VII della presente proposta di legge. A tale fine si prevede l'istituzione della Carta giovani, strumento agevolativo finalizzato a incentivare la fruizione di servizi culturali, formativi e didattici, ma anche di mobilità e relazionali. Si prevede, altresì, l'adozione di una aliquota IVA transitoria, ridotta al 15 per cento sui compact disc musicali, e la destinazione della metà del gettito di detta imposta al sostegno finanziario delle opere prime di giovani artisti, così come la detraibilità ai fini della determinazione del reddito delle spese per libri e per supporti musicali.
      Nel medesimo capo sono contemplate, inoltre, misure per incentivare la musica dal vivo e l'istituzione di un Ufficio per la promozione della produzione musicale, teatrale e cinematografica italiana all'estero, nonché misure per favorire iniziative sperimentali per consentire un'attività regolata della così detta «grafica di strada», ma anche disposizioni per raddoppiare le ore di pratica e di educazione sportiva degli studenti del primo e del secondo ciclo di istruzione e uno stanziamento apposito per il finanziamento del programma «Socrates». Infine, si dispongono misure di incentivazione dell'assolvimento del servizio volontario civile, in Italia e in Europa.
 

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      Con il capo VIII si individuano le misure di copertura finanziaria atte a consentire l'avvio di una politica complessiva in favore delle giovani generazioni, attingendo dalla reintroduzione dell'imposta sulle successioni e donazioni sui grandi patrimoni (vigente in tutti i Paesi a economia avanzata), dalla istituzione di una tassa sui cosiddetti SUV (Sport Utility Vehicles), dall'utilizzo di una quota del 10 per cento dell'istituenda tassa sulle transazioni valutarie, secondo lo schema a suo tempo teorizzato dal premio Nobel Tobin, e infine dalla revisione delle aliquote sui prodotti alcolici.
      Infine, il capo IX concerne le disposizioni finali, attraverso la previsione di una relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione e sui risultati della legge.
      Siamo consapevoli che l'agenda del Paese debba mettere in primo piano il tema dell'autonomia delle giovani generazioni, intesa come possibilità di intraprendere un percorso di vita indipendente abbandonando il nucleo familiare e costruendo la propria autonomia di vita privata e professionale.
      Crediamo, infatti, sia giunto il momento di affermare che per ridare slancio e competitività al Paese sia necessario investire sulle giovani generazioni, per permettere alle ragazze e ai ragazzi che vivono nel nostro Paese di accedere al futuro a prescindere dalle condizioni socio-economiche di partenza.
      Il contributo rappresentato dalla presente proposta di legge, redatta dal Gruppo DS della Camera dei deputati in collaborazione con la Sinistra giovanile, sarà offerto a tutte le forze del Centro-sinistra e riteniamo debba diventare parte integrante del programma di governo dell'Unione.
 

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